Fatturazione elettronica: vediamo come funziona e gli errori da non fare

errori fattura elettronicaFatturazione elettronica, dopo le prime 9.100 amministrazioni coinvolte lo scorso 6 giugno 2014 è ora toccato alle rimanenti 12.900, che dal 31 marzo potranno pagare i loro fornitori solo dietro presentazione di una fattura in formato elettronico.

I software in commercio che gestiscono la fatturazione elettronica sono nella maggior parte di casi completi e gestiscono tutto il processo, anche se, come consigliano molti esperti, è sempre meglio rivolgersi ad un professionista che fornirà una consulenza al 360 gradi su tutto quanto ruota intorno alla fatturazione elettronica, non limitandosi soltanto all'invio del documento.

Ma vediamo un po' come funziona il processo.

Tutti i fornitori di una Pubblica Amministrazione (Comune, Ospedale, Ministeri, Questure, ecc...) dovranno predisporre la fattura nel formato XML (eXtensivle Markup Language) e nelle modalità specifiche per la PA.

Una volta compilata dovrà essere firmata elettronicamente dal legale rappresentante o da un suo delegato tramite un dispositivo di firma elettronica (CNS, Smart Card, Business Key, Firma Remota, ecc...) ed inviata tramite PEC al Sistema Di Interscambio (SDI).

La fattura inviata e approvata dalla PA dovrà poi essere archiviata in Coservazione Sostitutiva, ovvero conservata digitalmente su server certificati.

Ma veniamo ora alle prime problematiche emerse in seno alla fatturazione elettronica.

1-Conservazione Sostitutiva: è un obbligo a totale carico dell'emittente, per cui un costo aggiuntivo che il fornitore dovrà sostenere. Dal lato PA non è ancora ben chiaro come dovranno procedere all'archiviazione sostitutiva.

2 -Privacy legata ai dati sensibili: alcune PA, specie in ambito sanitario, richiedono degli allegati contenenti dati personali e sensibili dei clienti. Ad oggi non è ben chiaro chi sia il responsabile del trattamento dei dati che transitano attravero il SDI e se vengono adottate tutte le misure imposte dalla normativa dulla privacy per il trattamento dei dati personali e sensibili.

3 -Invio plurimo della stessa fattura: L'errore più comune dei fornitori è inviare più volte la stessa fattura al SDI. E' quanto emerge dal report dell'Agenzia delle Entrate, che su 517 mila fatture inviate ha visto rifiutarne 187 mila (circa il 36%) per questo errore, che ha come conseguenza lo scarto della fattura stessa. E' in realtà un errore marginale, in quanto la prima fattura inviata viene accettata dal sistema, mentre tutte le successive vengono scartate in maniera automatica.

Vediamo ora una lista degli errori più commessi da chi inoltrato una fattura alla PA.

Questa lista serve più che altro come "elenco di errori da non commettere" in fase di emissione.

- Fattura inviata con nome errato o inviata più volte

- Codice fiscale o Partita IVA errata (sia dell'emittente che del ricevente)

- Numero fattura già utilizzato e quindi già presente nel SDI

- Codice destinatario (IPA) sbagliato o non abilitato

- Firma dell'emittente non valida

- Cetificato di firma non valido (firma scaduta, revocata o sospesa)

- File firmato con riferimento temporale non coerente